Dacché ho aperto gli occhi questa mattina (mooolto presto come tutti voi d’altronde) ho avuto la sensazione che oggi sarebbe stata una giornata diversa dalle altre. Il raduno delle orme (mai sentito…sarà qualche cosa strana che s’è inventato Max…mah). Raduno al quale sinceramente avevo pensato di non partecipare. Per motivi indipendenti dal tema del raduno, sia chiaro. Ho convinto Littleboy a farmi da co per avere la scusa di presenziare e Donna Onji per fare massa critica e non avere più scuse. Si è aggiunta alla compagnia anche Littlegirl e ci siamo incamminati alla volta dei Macinanti. Io personalmente con la testa per l’aria. Niente. Proprio non riuscivo a pensare agli amici, a fare strada insieme a vedere una cosa nuova. Come quando non si ha fame e non mangeresti anche se hai di fronte il tuo piatto preferito. Nebbia sulla strada, asfalto viscidino, un camionista maleducato, il sindaco cui non partiva la macchina…3 gradi…piccoli segnali. Niente ancora. C’era qualcosa che non andava.
Partiamo. Già il rumore di tutti gli scarichi sembrava volermi scuotere da quel torpore. Via. Partiti. Non ti puoi più tirare indietro. Si va. Che figura fai poi con Littlegirl al primo raduno se butti la spugna?
Il cielo si apre. La nebbia si dirada. Il sole caldo fa capolino. Le strade si liberano. Le scope scopano. Il paesaggio (e la strada soprattutto) diventa molto interessante. Tratti passati dietro a Max e Giovanni che mi hanno davvero svegliato. E poi…Piana delle Orme.
C’è qualcosa. Boh. La guida ci racconta di una collezione privata. Un tizio che negli anni ha raccolto pezzi qua e là e ci ha fatto un museo.
Sarà sicuramente una cazzata. Una di quelle baracche con tre cose dentro che non valgono manco il prezzo del biglietto. Gruppi separati. Entriamo per secondi. La guida parla, parla…ma di cose da vedere ben poche…
Mai avuto più torto. I mezzi, i pezzi di motore, interi carri armati, barche, aerei…elicotteri….porca miseria cos’è sto posto?!? Una cura nei dettagli incredibile. Altro che collezione da amatore….
Poi siamo arrivati alla fonte di quel malessere che non sapevo da dove venisse ma doveva avere un’origine…non sono matto porca miseria.
La ricostruzione della stazione Ostiense. Li conosco quei fatti. Li ho letti sui libri. Ho visto film, documentari…come mai mi sento così? Così male?
E poi sono salito su quel vagone con i nomi di 30.000 famiglie…30.000 nomi fitti fitti di persone che non sono più tornate a casa. O se vi hanno fatto ritorno sono cambiate per sempre. Credo di aver provato poche volte emozioni così forti. Non ce l’ho fatta più. Ho dovuto abbandonare per un po’. Il resto del giro l’ho vissuto con un montare di emozione e tristezza pensando a quello che hanno passato solo “pochi” anni fa i nostri nonni (o per chi è un po’ più grande come me, i nostri padri) e a quanto attuali siano certi temi oggi.
Oggi. Non domani. Oggi.
Forse era proprio questo che mi ha “stranito” per tutta la mattina. Sapevo cosa sarei andato a vedere e sapevo sarebbe stato doloroso e che avrei fatto a ca**otti con questo magone.
Io parlo troppo.
Scusate.
Ma grazie Max per avermi fatto scoprire anche dolorosamente direi un posto così pieno di storia, sofferenza e memoria. Grazie a Giovanni che tutto vede e tutto fotografa. Grazie a Carla e Emi per averci raccolti tutti, a Littlegirl per avermi fatto da co. A tutti voi, grandi, piccoli, nuovi, veterani, sindaci, benedetti che ad ogni raduno fate di questo Passion qualcosa di speciale…
Mo basta. Vado a letto.
A quello di Natale brutti mostri!!
Modificato da Hecate's - Ieri alle 08:55