Sull’ultima gara di Bolt a quest’ora è
stato già scritto tutto …o quasi. Così pure su Gatlin, reo di essersi
dopato e poi riabilitato dalle norme
dettate dal massimo organo che regola l’atletica mondiale. Quindi su di
lui polemiche inutili e di maniera, congetture, supposizioni, sospetti
postumi sul suo motore truccato. Se la IAAF permettesse i referendum
dando spazio alle opinioni di tecnici, atleti e, soprattutto di
appassionati, molte delle regole che oggi compongono il RTI verrebbero
cancellate, oppure sostanzialmente modificate. Ecco allora che la
squalifica immediata del reo di doping troverebbe una massa enorme di
proseliti, da confrontare con il “buonismo” di altrettanti che
vorrebbero dare al colpevole una seconda opportunità in virtù di un
concetto più religioso che sportivo. Così pure dicasi per la iniqua, ridicola, vessatoria regola che disciplina oggi la falsa partenza.
Quando in tutti gli altri concorsi ad un concorrente vengono concesse
svariate opportunità di rivalsa dopo una prova nulla, niente si concede
al velocista che viene inesorabilmente “cacciato” dalla pista, senza
considerare che, in alcuni casi, la colpa non è completamente sua.
Mi spiego meglio. Oggi gli starter, proprio in virtù della regola
vessatoria e per tutelarsi da eventuali attribuzioni di colpa, hanno
notevolmente ridotto la pausa fra i comandi: ai vostri posti e il
pronti, riducendo notevolmente questi fondamentali tempi della partenza.
Oggi la pausa si aggira fra 1.3 e 1.5 secondi, quando tutti i sacri
testi hanno sempre predicato che la tanto invocata “immobilità” che
autorizza lo starter a sparare il colpo di pistola, la si raggiunge fra
l’1.8 e i 2.0 secondi. Negli Stati Uniti, dove peraltro a livello
universitario (NCAA), la regola del “fuori subito” è stata adottata da
molti anni, era opinione diffusa che una pausa sotto i 2 secondi fosse
da considerare non regolamentare in quanto il velocista non poteva aver
raggiunto la immobilità. Noi non siamo così drastici in quanto la
morfologia degli atleti deve essere tenuta in debito conto da uno
starter attento e buon conoscitore della specialità. Il
raggiungimento della pausa ottimale non è uguale per tutti gli atleti.
Bolt (m. 1.96), avrà un tempo diverso da Gatlin (m. 1.85) e da Coleman
(m. 1.75), nell’andare sulla posizione di “pronti”, proprio in virtù del
diverso “spiegamento” degli arti inferiori. La partenza dell’altra
sera lo sta a dimostrare. Bolt è partito molto male perché sicuramente
non era ancora nella posizione di immobilità, già raggiunta dai suoi
avversari sopra citati. Ecco quindi spiegata la diversa misura dei
tempi di reazione, proporzionata alla statura degli atleti e quindi alla
loro capacità di reazione allo sparo proprio in virtù della loro
altezza. Bolt (1.96=0.183), Gatlin (1.85=0.138) e Coleman
(1.75=0.123) dati che ci fanno dire che la reattività (spinta delle leve
sui blocchi), favorisce i “tappi” e non i “lungagnoni” i quali poi
avranno modo di recuperare strada facendo. Questa differente
morfologia dovrebbe essere tutelata e non penalizzata da una regola che
non ha esigenze tecniche, ma solo giustificativi estranei alla
competizione e legati ad una presunta ottimizzazione dello spettacolo a
vantaggio dei telespettatori. Non vi dico poi della perdita di
pathos della partenza, un momento che ha sempre elettrizzato il
pubblico, ridotta adesso ad una semplice formalità che solo la
imprudenza o la scarsa attitudine di un atleta al gesto può disturbare.
Ben venga quindi il ritorno alle due false, eliminando così anche il
rituale grottesco determinato dai “movimenti” che gli atleti compiono
nella scomoda posizione del pronti e che adesso sono in parte sottratti
alla competenza dello starter. Il prof. Vittori diceva che lo
starter deve sparare quando TUTTI gli atleti hanno “alzato il culo” e lo
tengono fermo! Qualcuno lo chiama bacino ma ci siamo capiti vero?
------------- il tritaradici nazionale e la sua monella
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